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lunedì 22 ottobre 2007

Intervento di Luca Carbone (non votante)

Articolo pubblicato su "Quotidiano di Lecce" il 22/10/07

Lavoro da anni col Preside Strazzeri, non sempre in accordo con lui su scelte teoriche ed operative; e non sono un votante. Ciò non mi impedisce di esporre alcune considerazioni su questa campagna elettorale, dal momento che, mentre si protesta per il basso livello del confronto, si contribuisce ad abbassarlo. Perciò preciso che ritengo il Preside Laforgia un buon candidato ed il suo programma interessante; e scorretto chi, sulla base di illazioni gratuite, vorrebbe invalidare la sua candidatura. Ma ciò non vuol dire che le sue proposte siano tutte condivisibili. Continua a leggere...

1 commento:

Gruppo Promotore ha detto...

CONTINUAZIONE DEL POST:


Maggiori perplessità producono gli “avvocati” del programma. Qualcuno ha fornito un’analisi comparativa degli unici due programmi prima disponibili; con questo, mi pare, offendendo l’intelligenza della categoria di appartenenza: se dei docenti non sono in grado di leggere i programmi disponibili online e fare valutazioni autonome, comparandoli, forse hanno sbagliato carriera. Trovo anche fuori luogo proporre l’applicazione didascalica del “metodo comparativo” a chi, tra storici, sociologi e biologi etc. ha presenti le difficoltà del metodo. Su quali criteri si stabilisce la comparazione? Per il docente i criteri erano assodati e unici: un po’ come quando si comparavano i selvaggi nudi con gli europei vestiti, e siccome il vestirsi era il criterio che indicava l’esser civili, quelli potevano essere sterminati e questi, sterminarli. Se il criterio discriminante per i programmi è l’efficienza, e il Preside Laforgia è efficiente, dunque il suo è il programma migliore: logica solo formalmente impeccabile.
Certo, il Preside Strazzeri è meno avvezzo a maneggiare tecnicismi del Preside Laforgia – ma gli efficientisti dovrebbero dare rilievo al fatto che le proposte della Facoltà di Ingegneria e di quella di Scienze sociali erano al nastro di partenza, per essere attivate entro l’A.A. scorso: all’arrivo, però, Ingegneria aveva 7 docenti e Scienze Sociali 34. Un altro aspetto leggermente sconcertante della campagna pro-Preside Laforgia è che tutti i successi di Ingegneria (alcuni innegabili) gli vengono attribuiti: forse è l’innata tendenza italiana al miracolismo o forse è l’ignoranza sul funzionamento delle organizzazioni complesse, come è quella del Dipartimento di Ingegneria, il cui buon funzionamento dipende sì, anche da una buona conduzione (peraltro del Prof. Vasanelli), ma non meno dalle capacità, competenze etc. di chi ci lavora nelle diverse equipe, squadre, laboratori: non tutti, credo, “forgiati” dal Preside Laforgia. È lo stesso atteggiamento secondo cui, adesso si cercano di riversare tutte le colpe dei malfunzionamenti della struttura sul capo del Prof. Limone. Come se la struttura coincidesse con un solo uomo. Non siamo in teocrazia (si dice!), e, condannare qualcuno in contumacia involontaria, non è un comportamento molto morale. E serve piuttosto a giustificare l’inefficienza delle sacche di inerzia diffusa; che sono forse la vera piaga d’Ateneo. Il buon funzionamento della struttura dipende dalle sinergie che il prossimo Rettore saprà attivare, all’interno e all’esterno, non meno che dall’efficienza. Ma le due cose non sono disgiunte perché l’efficienza va tarata sui contesti. Sulla tendenza degli ingegneri ad adattare i contesti alle soluzioni, piuttosto che le soluzioni ai contesti, non ci sarebbe da dilungarsi, è argomento di storielle del tipo: “Un ingegnere fresco di laurea si reca per il primo giorno al lavoro. Arrivato, un tizio gli consegna una scopa, e lui dice: "Ma io sono l'ingegnere!" E il tizio risponde: "Ah, scusa! Allora devo insegnarti come si usa!". Tuttavia proprio su questo punto, varrebbe la pena soffermarsi, prima di votare. Nel suo programma, infatti, il Preside Laforgia tratteggia un’Università di stile americano: vorrebbe istituire il coro, il teatro, l’orchestra, le squadre sportive d’Ateneo etc. – per far crescere il senso d’appartenenza alla struttura – come a Princeton, scrive più o meno letteralmente. Ma è questo l’Ateneo che si vuole promuovere? Mentre un territorio in continuo fermento produce eventi artistici, culturali, teatrali, cinematografici, di rilievo nazionale e internazionale, che gli studenti ignorano quasi completamente, l’Ateneo si mette in concorrenza? Per sottrarre magari le già scarse risorse? Ignora forse il Preside Laforgia che l’Università a volte è già percepita a livello locale come un competitore per le risorse? Forse non lo ignora, ma la sua proposta delinea un’Università tendenzialmente avulsa dai contesti socio-politico-culturali territoriali; mentre su questo il Preside Strazzeri ha avanzato delle proposte, tra cui quella della “Questione ecologica”, e messo in gioco la sua esperienza dei contesti, la capacità (non solo) politica, la volontà di attivare sinergie e il suo “entusiasmo” (in senso greco). Su questi punti vorrei soffermarmi: ho collaborato con lui nella preparazione del primo power-point da presentare al Senato Accademico, in cui si “disegnava” il Polo Brindisino nascente e il suo sviluppo. Il Preside Laforgia lamenta che di ciò si sia poco discusso, ma sembra aver dimenticato che il prof. Pasimeni ha parlato, a proposito della Facoltà di Scienze Sociali, di scelta “deleteria”; scoraggiando la discussione e ricevendo smentita dagli amministratori brindisini. Alcuni colleghi “tonitruanti”, sulla stampa, stigmatizzano il Preside Strazzeri, accomunandolo al Prof. Bianco e al Preside Fino. Una domanda: dov’erano e cosa facevano, quando con tenacia il Preside costruiva la nuova Facoltà, aprendo di fatto la strada ad un ampliamento strategico dell’Università? Mentre Ingegneria procedeva nello stesso senso. Si insiste sul cambio di nome dell’Ateneo, trascurando che una nuova struttura non sorge per incanto, ma con un lavoro capillare di interlocuzione tra strutture d’Ateneo, Enti Locali, Società di trasporti, mass-media, da contemperare alle esigenze prioritarie degli studenti. Attività che ha visto il Preside Strazzeri, coadiuvato da collaboratori strutturati e non, per mesi in prima linea, con autentico “spirito di servizio”.
Si ha l’impressione, sgradevole, che lo sport salentino preferito, rimanga quello di criticare-chi-fa, invece di fare. Forse la vera scelta elettorale è tra chi sa e vuole fare e chi vuole continuare a riprodurre l’esistente. Il Preside Strazzeri non rientra in quest’ultima categoria.

Luca Carbone