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lunedì 22 ottobre 2007

Intervento di Mario Lombardo

Fra pochi giorni, da lunedì 22 Ottobre, siamo chiamati al voto per eleggere colui che sarà, per il prossimo quadriennio, il Rettore dell’Università di Lecce. O del Salento, come, per decisione statutaria non so quanto fondata, opportuna e condivisa, la si deve ufficialmente chiamare.
Una scadenza, questa, che per molti di noi – credo di poter dire – giunge quasi come una liberazione, dopo un lungo periodo segnato dalla vicenda delle dimissioni dell’ex Rettore, nel quadro di un succedersi di eventi, e ancor più di notizie, mortificanti per la dignità dell’Ateneo e di tutti coloro che vi operano. Continua a leggere...

1 commento:

Gruppo Promotore ha detto...

CONTINUAZIONE DEL POST:

E’ da tale trauma che discende l’innesco di una lunga campagna elettorale, dai toni duri e a tratti aspri, che ha fatto peraltro emergere l’esistenza di tensioni e lacerazioni profonde anche nel tessuto di quello che poteva apparire un consenso assai ampio e a tratti quasi unanime, ma che evidentemente poggiava su basi assai poco solide.
Questa campagna ha visto, oltre ad accuse personali, quando non insinuazioni e pettegolezzi, anche dei veri e propri colpi di scena elettorali di ogni genere: dal ritiro, per ragioni non sempre o non a tutti comprensibili, di candidature annunciate o già presentate, alla presentazione in extremis - non so dire con quanto rispetto sostanziale per gli elettori e i competitori, e in ultima istanza per l’istituzione stessa – di candidati, i cui programmi non hanno (o non avranno, se saranno diffusi) modo di essere approfonditi e discussi alla stessa stregua degli altri.
Non può meravigliare se, in riferimento a tutto questo, perfino un collega saggio e moderato come l’ex Rettore Valli, si sia sentito di dover evocare, in un suo intervento, i versi danteschi sulla serva Italia…”, con quel che segue.
Per fortuna, tuttavia, lunedì andremo a votare. E, aldilà di tutto questo, il punto essenziale, la domanda cruciale, torna ad essere centrata, in positivo, sulla scelta della figura che può meglio interpretare e realizzare, nei prossimi quattro anni, quelle esigenze di fondo che sembrano ampiamente condivise sia nel corpo elettorale che nei programmi dei candidati. L’esigenza, in primo luogo, di un profondo rinnovamento nel governo, nella gestione, e direi nella vita stessa dell’Ateneo, all’insegna della trasparenza e della condivisione delle scelte. E l’esigenza, forse ancor più vitale, di un forte rilancio della capacità complessiva di competere dell’Università del Salento sul terreno che le è più proprio, nella qualità cioè della ricerca e della didattica, un terreno su cui peraltro, fino a non molti anni fa, l’Ateneo leccese nel suo insieme risultava godere di elevata considerazione.
A queste esigenze fondamentali il nuovo Rettore dovrà cercare risposte convincenti ed efficaci affrontando problemi assai ardui, non sempre peraltro riportabili alla dimensione locale: è sotto gli occhi di tutti come l’Università italiana stia vivendo un momento assai difficile e delicato. Il Rettore del prossimo quadriennio dovrà superare limiti assai gravi, di ordine finanziario ma non solo, forti carenze nei servizi agli studenti ma anche alla ricerca, ritardi e inadempienze a volte incomprensibili, come nel caso dell’informatizzazione dei servizi di segreteria. Ma dovrà anche sciogliere nodi assai complessi, come quello dell’evidente contraddizione tra un’offerta formativa sempre più ipertrofica e il blocco non solo della crescita ma dello stesso turn over nel corpo docente. O ancora quello del rapporto quantitativo e funzionale tra le fasce della docenza o tra il personale docente e non docente. O, infine, il nodo rappresentato dall’ “ircocervo” ISUFI – Università del Salento, dove pure occorrerà recuperare e valorizzare, nelle forme più utili e vantaggiose, quanto di buono vi è stato, e vi è, per la crescita del sistema territoriale di formazione superiore, nella realizzazione di quella Scuola di eccellenza così fortemente voluta dal compianto Rettore Angelo Rizzo.
Tutto questo, e altro ancora, dovrà fare il prossimo Rettore per ricostruire, rilanciare, ridare stimoli e orgoglio di appartenenza a studenti e ricercatori, al personale docente e non docente del nostro Ateneo.
Quale, fra i candidati in lizza, presenta le maggiori chances non di volerlo – questo vale per tutti - ma di poterlo fare con più credibilità ed efficacia? Credo che ancora una volta la saggezza e l’esperienza di Donato Valli abbiano indicato un criterio condivisibile per cercare risposta a tale interrogativo: quello dell’alternanza fra settori diversi nel compito impegnativo di reggere l’Ateneo. Alternanza che appare tanto più opportuna in una situazione come l’attuale, in cui occorre anche dare un segnale visibile e forte di quella istanza e volontà di rinnovamento e di svolta che, come si è detto, appare la cifra comune di tutti gli interventi e di tutti i programmi presentati.
Quale segnale di rinnovamento e di rilancio si darebbe se a un Rettore umanista succedesse Rettore della stessa area, o addirittura colui che gli è stato già successore nella Presidenza della stessa Facoltà, quella di Lingue?
Tale segnale sarebbe invece chiaro e forte se la scelta cadesse su un candidato dell’area scientifica. E credo che l’attuale Preside della Facoltà d’Ingegneria, prof. Domenico La Forgia, abbia tutte le carte in regola per poter esprimere un tale segnale, ma, soprattutto, per poter interpretare e realizzare, con credibilità ed efficacia, l’arduo compito che attende il prossimo Rettore.
Che abbia le carte in regola per la sua storia personale di formazione, ricerca e didattica, per il suo curriculum accademico - con i numerosi e impegnativi incarichi che si è assunto e che ha dimostrato di saper portare a compimento -, per le capacità che ha mostrato di avere proprie idee e proprie convinzioni, e di saperle esporre, affermare e sostenere in ogni circostanza. E non solo in questa campagna elettorale.
Quelle idee di trasparenza e condivisione nel governo dell’Ateneo, di efficienza ed efficacia nell’amministrazione e nei servizi, di qualità e meritocrazia nella ricerca e nella didattica che informano il suo programma elettorale e che ci auguriamo, per il bene di tutta l’Università, egli possa realizzare nel prossimo quadriennio.

Mario Lombardo