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sabato 22 settembre 2007

Il disequilibrio nell'elequilibrio

di Antonio Capodieci (Segretario della CISL UNIVERSITA’)

A proposito di “equilibrio Finanziario”…. Ateneo Salentino: equilibri “apparenti” o disequilibri “occulti”?

In riferimento alla “questione del bilancio” che ampio spazio a avuto sulle principali testate locali riteniamo che l’intero mondo accademico sia, in qualche modo, “obbligato” a riflettere sulla necessità e l’importanza, soprattutto nel delicato momento che sta attraversando l’Ateneo salentino, di lottare per una totale inversione di marcia rispetto al possibile eventuale ritorno al passato, col preciso obiettivo di riconsegnare all’Università gli equilibri ed i valori che l’avevano resa una delle più ambite in tutto il Meridione. Continua a leggere...

1 commento:

Gruppo Promotore ha detto...

CONTINUAZIONE DEL POST:

Qualche mese fa, in sede di approvazione del Rendiconto Finanziario di questa Università, tramite la rappresentante CISL del personale tecnico-amministrativo in Consiglio di Amministrazione avevamo manifestato le nostre perplessità circa la reale consistenza dell’avanzo di Amministrazione, facendo notare che le duplicazioni di impegni ed accertamenti “alterano il quadro generale delle risultanze contabili del Conto Consuntivo e dell’Avanzo di Amministrazione” a tal punto da travisarne l’effettiva consistenza.
A proposito dei residui attivi e passivi è opportuno precisare che una non corretta politica di determinazione incide non poco sull’attendibilità del risultato finanziario dell’Ateneo. Prima dell’inserimento dei residui nel Rendiconto finanziario, infatti, occorrerebbe procedere al riaccertamento politico degli stessi, al fine di ottenere un risultato amministrativo attendibile.
L’ammontare dei residui attivi al termine dell’esercizio 2006 è pari circa a € 43.786.000,00, di cui € 59.000,00 relativi all’anno 1985, € 717.000,00 relativi gli anni 1996 -1999, € 1.354.000,00 all’anno 2000, € 888.000,00 agli anni 2001-2003, € 1.893.000,00 all’anno 2004, € 2.185.000,00 all’anno 2005 ed € 36.690.000,00 a quelli di competenza dell’esercizio 2006.
L’ammontare dei residui passivi al termine dell’esercizio 2006 è a pari circa a € 24.021.000,00, di cui € 23.000,00 per gli anni 1991 – 2000, € 486.000,00 per gli anni 2001 – 2003, € 1.099.000,00 per gli anni 2004 – 2005 ed € 22.413.000,00 per quelli di competenza dell’esercizio 2006.
Da un’attenta analisi dei risultati della gestione finanziaria contenuti nel Rendiconto dell’esercizio 2006 viene spontaneo porsi delle semplici domande:
- qual è il grado di esigibilità dei residui attivi?
- perchè l’Amministrazione non ha ancora riscosso i residui risalenti agli anni 1985-2004?
- ed ancora, le somme dei residui passivi per acquisti di beni e/o servizi, versamenti erariali, previdenziali, assistenziali, etc. degli anni 1991 – 2004 possono ritenersi congrue?
- per quale ragione alcuni dei residui di spese correnti, non pagati entro il secondo esercizio successivo a quello a cui si riferiscono, non sono stati eliminati (art. 43 RAFC)?
- le amministrazione pubbliche, in caso di ritardato pagamento, entro i successivi 30 giorni, non sarebbero tenute a corrispondere gli interessi di mora ?
- tali maggiori oneri, poi, graveranno o no sulla casse dell’Ateneo salentino?
- qual’è oggi la situazione debitoria e creditoria veritiera dell’Università del Salento?

Gli interrogativi sopra posti trovano indiretta conferma nella sibillina locuzione“…..ma l’avanzo di Amministrazione, pari ad € 43.062.822,00, sarà reale…”?

Quando si parla di bilancio, si parla, prevalentemente di numeri…. ed i numeri non danno adito a dubbi, poiché lasciano poco spazio ad interpretazioni soggettive. Eppure qualcuno - forse con eccessivo senso di responsabilità istituzionale - parla di “equilibrio finanziario”, forse nel vano tentativo di attenuare quella che, purtroppo, oggi è la reale situazione finanziaria della nostra Università.
Le affermazioni istituzionali sembrano essere l’ultima difesa d’ufficio di quel modus operandi che ha rappresentato il segno della politica attuata in questi anni: a lunghi tratti incomprensibile, spesso contraddittoria, improntata a caratteri di episodicita e disorganicità.
L’effetto di tale inspiegabile strategia è che (speriamo sia l’ultima volta) il quadro offerto (almeno quello che sembrerebbe dissimulato nelle pieghe dei documenti contabili) non offre alcuna reale prospettiva di crescita economica e sociale né a quei lavoratori che, invece, in quel “bilancio” tanto contestato hanno riposto attese e speranze tuttaltro che virtuali né agli studenti, che hanno in esso fondato le sperante di offerte didattiche e di servizi adeguati.
Vista la critica situazione creditoria dell’Università, critica almeno quanto quella debitoria, dunque, è legittimo chiedersi se a pagarne le conseguenze dovranno continuare ancora lavoratori e studenti, considerato che il mancato avvio di diversi progetti - tra i quali quelli per la costruzione di aule e di unità polifunzionali, il risanamento di strutture fatiscenti ed il pagamento delle spettanze arretrate -rischia di bloccare interi settori della vita di Ateneo.
In merito a queste e ad altre questioni legate al personale, questa Organizzazione sindacale ha più volte posto quesiti e denunciato agli Organi di Governo problematiche di rilevante interesse, senza ricevere adeguate risposte.
Oggi siamo, dunque, tutti chiamati a riflettere e a valutare, con coscienza, la scelta della persona alla quale consegnare le chiavi della nostra Università e sperare, senza doverlo chiedere, nella soluzione di tante annose questioni rimaste in sospeso e, talvolta, persino dimenticate.
Siamo di fronte ad un caso di mala amministrazione, alla quale si affianca una rilevante dose di “preoccupante opacità” della gestione amministrativa.
La situazione finanziaria è solo uno degli aspetti critici di questa cattiva gestione, ma è lo specchio dell’anima della politica perseguita in Ateneo.
Tuttavia la soluzione a tutto questo c’è e va trovata in una direzione nuova, una direzione che, senza prescindere dal curare gli aspetti puramente tecnici, necessari per riportare la nostra Università verso un “vero” equilibrio finanziario, rappresenti una guida capace di restituirle la dignità perduta, anzi scippata, in questi ultimi tempi e la riporti agli anni in cui qualcuno ha saputo guidarla con estrema professionalità e profonda passione rendendola motivo di orgoglio per tutto il territorio pugliese e nazionale.
È questa la vera “Università che vogliamo” ed è per questa Università che auspichiamo un Rettore che, nel rimediare agli errori della precedente amministrazione, abbia la forza, il carisma e le adeguate capacità per farla decollare ancora una volta gestendola nel rispetto di tutti coloro che vi operano e nel rispetto di semplici principi dai quali non si dovrebbe mai più prescindere:partecipazione, trasparenza e onestà.

Il Segretario della CISL UNIVERSITA’
Ing. Antonio Capodieci