Segretario della CISL Università
E’ apparsa, in questi giorni, sulla stampa locale la proposta avanzata dal Segretario aziendale della FLC/CGIL di “azzerare le candidature” dei docenti che ambiscono alla carica di Rettore dell’Università del Salento, nel segno di un patto che viene definito “.…tra onesti e volenterosi che si rimbocchino le maniche…” per risollevare le sorti dell’Ateneo.
La FLC/CGIL, dunque, auspicherebbe un “tavolo di trattativa” che delinei un programma condiviso finalizzato a risollevare le sorti dell’Università, caduta in un profondo baratro di immagine e di risorse. La scelta di un “patto tra onesti e volenterosi” crea tutta una serie di interrogativi, in primo luogo su chi possa arrogarsi il diritto – quasi fosse una autoinvestitura - di definire chi nell’Università siano gli “onesti e i volenterosi” e sulla base di quali principi. Continua a leggere...
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I principi, pregiudiziali alla presentazione delle stesse candidature a Rettore, sarebbero a detta della FLC/CGIL: a) massima condivisione; b) assenza di avvisi di garanzia nel cassetto c) assenza di ogni colleganza parentale nell’Università.
Sorge a questo punto spontaneo si quante fossero sincere le manifestazioni di solidarietà più volte espresse dalla stessa organizzazione sindacale verso tutti coloro che, coinvolti nelle ben note vicende giudiziarie che hanno travolto l’Ateneo salentino, sono stati investiti da avvisi di garanzia. In quella occasione la FLC/CGIL si affrettò a ricordare come l’informazione di garanzia non avesse altro ruolo se non quello di strumento di tutela dell’indagato, funzionale allo sviluppo di un’attività difensiva ed al sereno svolgimento delle attività di indagine.
Oggi invece lo si stigmatizza, ritenendolo pregiudiziale elettorale, in spregio a quella funzione garantista che esso assolve e riveste nell’ordinamento giuridico.
Ancora, si dice che il candidato Rettore debba godere di massima condivisione sulla base di un programma delineato al tavolo negoziale: la FLC/CGIL vorrebbe dunque ridurre l’elezione del Rettore non a quella massima espressione democratica che è una competizione elettorale, ma ad una forma di piattaforma contrattuale per la quale, però, non sono individuate, né definite regole di funzionamento e soggetti partecipanti, e dalla quale dovrebbe scaturire la “persona più adatta”: una candidatura unica che lascia presagire una sorta di unanimismo e che richiama tristi periodi della storia recente d’Italia da rigettare con forza.
La Democrazia, almeno come la intendono le persone normali, si concretizza proprio nella libertà degli elettori di valutare uomini, programmi ed azioni, soppesandone le differenze programmatiche e le visioni strategiche. All’autodeterminazione del corpo elettorale, infine, è rimessa ogni successiva valutazione attraverso lo strumento del voto. Ci si domanda, a questo punto, di quale “altro” modello di democrazia vengono a farsi paladini quelli della FLC/CGIL.
Quanto ai “rami genealogici nell’Università”, è davvero singolare che le aspettative di scongiurare parentopoli accademiche emergano solo in piena campagna elettorale e non investano anche altri aspetti, quali i conflitti di interessi, le posizioni di incompatibilità funzionali e le contraddizioni organizzative e gestionali, a cui continuamente si assiste (per cui potremmo parlare, ad esempio, di conflittopoli, sindacatopoli, e tutti gli altri –opoli di infausta memoria).
Sarebbe, quindi, più che auspicabile l’avvio di un confronto democratico da cui scaturisca l’elezione del migliore possibile dei Rettori, scelto – ossia VOTATO – sia per le doti di merito, di professionalità e di competenza, sia perché in grado di elaborare un progetto di sviluppo che aiuti l’Ateneo salentino a vincere le sfide del presente e del futuro (e questo dicesi PROGRAMMA).
L’auspicio, dunque, è che a tutti i lavoratori dell’Università del Salento sia consentito di poter al più presto valutare molti programmi presentati da altrettanto numerosi candidati, di riconoscervi gli eventuali aspetti innovativi o conservativi, e quindi di scegliere (=VOTARE), anziché dover assistere impotenti al risultato di tavoli di confronto precostituiti (da chi, dove e con quali criteri, è tutto da scoprire).
Fondamentale è, a questo punto, che i potenziali candidati ufficializzino al più presto la propria disponibilità evitando attendismi, e presentando squadre di lavoro e programmi, in modo che siano consentito un ampio e trasparente confronto fra i competitori, ed un sufficientemente lungo lasso di tempo perché gli elettori possano valutare e scegliere. In caso contrario dovremmo chiederci ancora una volta se il Rettore lo eleggiamo per la sua competenza e le sue idee, o a seguito degli accordi preventivi tra gli “onesti e volenterosi”(di cui pare qualcuno possegga una lista…).
Il Segretario della CISL Università
Ing. Antonio Capodieci
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